venerdì 30 novembre 2007

Rapporto adulti-ragazzi, Don Ciotti e la scuola Balducci


Troppo spesso gli adulti vedono negli adolescenti tutte le qualità negative che una persona può avere.Essi sono delinquenti per i poliziotti, svogliati per i professori, maleducati per i genitori, immorali per i preti, bulli e drogati per la tv.
Tutti sono pronti a dare consigli, dritte, ammonimenti, rimproveri ai ragazzi perchè loro non rispondono o, se lo fanno vengono subito zittiti così "Eh, hai tanto da imparare tu dalla vita" oppure "Ne hai ancora da passare di anni, tu, per rimproverare qualcosa a me".
Ovviamente queste due affermazioni, nella maggior parte dei casi, sono implicite nei discorsi degli adulti, ma sempre captabili.
Cosa credono di aver raggiunto queste persone, nel corso degli anni?Solo sicurezza, esperienza, virtù e saggezza?O forse il passare degli anni ha fatto scordar loro di essere stati bambini e con questo tutto ciò che un bambino porta di positivo con sè: sincerità, generosità, stupore, amore, gioia, divertimento, ingenuità?
Con ciò non voglio dire che tutti gli adulti abbiano questa mentalità, anche se è diffusa l'idea, priva di ogni fondamento, che gli adolescenti di oggi siano nel pieno di una crisi di valori, spaesati e senza punti di riferimento.
Tra gli uomini ci sono anche coloro che credono nei giovani e nelle loro infinite potenzialità e non solo teoricamente, ma anche nella pratica.
Uno di questi è Don Ciotti, stimatissima persona che da quando aveva 17 anni dedica la sua vita al'aiuto degli "ultimi", dei più deboli e indifesi.Si impegna in tutta Italia, stando a contatto con la gente e, specialmente con i giovani, incontrandoli nelle scuole e dialogando con loro su temi come la mafia e la droga.Un suo incontro con i ragazzi della scuola Ernesto Balducci di Pontassieve in provincia di Firenze, avvenuto martedì 27 Novembre, dimostra come è possibile coinvolgere i ragazzi ad emozionarsi e riflettere su qualcosa che va oltre l'ultimo gol di Mutu o la canzone inedita di Tiziano Ferro.Qualcosa come la mafia.
Questo sta a significare come i ragazzi siano sensibili e coivolti, oltre che dall'argomento, dalla persona che hanno davanti e che sta comunicando la sua esperienza.Una persona, Ciotti, che diversamente alla moltitudine, scavalca le etichette ed i luoghi comuni per esprimere e condividere attraverso la sua voce, i suoi occhi ed i suoi gesti la volontà di lavorare, mettersi in gioco e partecipare assieme ad un unico progetto di umanità.
Ricordando le sue parole e non solo:
"Prima di tutto dobbiamo essere credibili e non credenti"

Un altro esempio delle capacità e della voglia di fare dei ragazzi è rappresentato dalla piccola realtà della scuola Balducci, la stessa che ha incontrato Ciotti, la quale sta sviluppando un grande progetto di coinvolgimento strudentesco per far rinascere nei ragazzi uno spirito di partecipazione alla vita della scuola, che nel corso degli anni si stava via via affievolendo.
Tra le iniziative l'apertura di un blog istitutobalducci dove è possibile scrivere e commentare, aggiornarsi sulle vicende della scuola e proporre, proporre, proporre.

giovedì 15 novembre 2007

Con calma, rifacendosi da una 2° parte

Nell'ultimo intervento avevo analizzato con più accuratezza le responsabilità del sistema informatico in merito alla vicenda dell'uccisione di Sandri.Mentre avevo trascurato il dopo, ovvero la decisione del governo di giocare tutte le partite tranne Inter-Lazio, i casini di Bergamo e di Roma.
Ecco parliamo di questo.
Il governo decide all'ultimo di non far giocare Inter-Lazio, ma le altre si.Al che io istintivamente reagisco stizzito, ripensando alla morte dell'ispettore di polizia Raciti.Chiaramente questa reazione è avvenuta anche nella mente di altre persone che, purtroppo, diversamente da me, hanno sfogato la loro ira e violenza sugli oggetti e sulle forze dell'ordine, che quel giorno di ordine ne hanno fatto poco, prendendo la vicenda di Arezzo come pretesto.
Che questi ultrà che hanno demolito Roma e il resto siano dei delinquenti, imbecilli, deficienti e chi più ne ha più ne metta, è appurato.Ma non dobbiamo, come dopo ogni evento di cronaca nera, fermarci lì a ripetere all'infinito questi aggettivi accostati alle parole ultrà, tifo organizzato, trasferte ecc...Vanno puniti, devono prendersi le pene che si meritano, perchè sulla carta, almeno lì sono sicuro, l'Italia è fondata su una legislazione che prevede pene più o meno severe a seconda di quanto gravi siano le colpe.Perciò o iniziamo a far funzionare questo organo oppure smettiamo di criminalizzare soltanto con le parole e mai con i fatti.
Qui sopra è stato analizzato il potere giudiziario in generale, senza scendere nel particolare della questura di Arezzo, la quale non si è comportata poi così tanto dignitosamente.
Ma lasciamo stare.Magari in una 3° o 4° parte se ne parlerà.Sperando che, nel frattempo i telegiornali non accumulino sul mio groppone altri argomenti.

mercoledì 14 novembre 2007

Con calma, rifacendosi da una 1° parte

Con tutte le esplosioni di fatti, disgrazie, assassini, violenze che stanno avvenendo poco più in là del nostro cervello, lì nella scatoletta della televiosione, ce ne sarebbero di argomenti su cui discutere.Perciò penso che ne affronterò uno per volta e siccome tre giorni fa è stato ucciso un ragazzo per mano di un poliziotto, parlerò di questo e dei fatti successivi, che narrano di qualche centinaio di deficenti(è poco, pochissimo) che hanno distrutto vetrate, caserme, locali e quant'altro in nome della giustizia.Quale?
Innanzitutto questi due eventi vanno separati, non tanto, però vanno separati, come due fratelli litigiosi che, comunque, prima o poi torneranno "a darsele" come se fossero attratti l'un l'altro da una calamita.
La morte di Gabriele Sandri fa riflettere per tante cose.
Una è l'ennesima prova dell'enorme potere dell'informazione, malgestito e abusato, come spesso abbiamo visto in passato, vedi Cogne.L'episodio è avvenuto alle 9 del mattino, si è saputo a mezzogiorno.Si è saputo, però, non la verità, bensì un monte di interpretazioni diverse a testimoniare che in fondo a quell'ora(12.00) la morte del ragazzo non aveva ancora guadagnato importanza per i giornalisti e lo Stato.
Si, perchè poi si noterà(io l'ho notato perchè ho seguito l'andamento della vicenda, praticamente, dalle 13 alle 22 di sera) come, dopo un certo punto, tutti cambiano atteggiamento, improvvisamente l'uccisione di Gabriele si fa importante, arriva in primo piano ed ecco che partono servizi sulla sua vita da dj, sul tifo per la Lazio.Non c'è niente di male ad un'informazione così, peccato che ciò non sia avvenuto appena saputo del fatto, bensì dopo che ogni istituzione, ogni organo di competenza(questura, Coni...) avesse visto che, quella gente a Bergamo, a Milano e più tardi a Roma faceva sul serio e prendeva in considerazione ciò che era stato oscurato: la morte di un ragazzo di 28 anni che andava allo stadio.Ecco spiegata l'ipocrisia del sistema informatico in casi come questi.
Ma facciamo ordine.
Torniamo al periodo prima delle partite.Cosa si decide di fare?C'è da decidere se sospendere solo Inter-Lazio oppure tutte le partite, perchè non si può fare altro, dato che era già stata collegata la vicenda con lo sport e soprattutto con il tifo organizzato, sbagliando.
La decisione è sospendere solo Inter-Lazio e da qui tutti sapete come è andata a finire.

Se fossero state sospese tutte(nessuna era ormai improponibile a quell'ora) penso che sarebbe andata diversamente, forse come andò con l'uccisione di Raciti:una triste e riflessiva giornata senza sport.

venerdì 9 novembre 2007

A volte ritornano...


Era tanto che non scrivevo qui, sul blog.Ho lasciato da parte il blog per tutto questo tempo, ci sono entrato, sì, ma non ho mai scritto.
Questa interruzione rispecchia pienamente il momento.Sono troppo impegnato in altri progetti che non ho neanche il tempo di accendere il computer.Un tempo si sarebbe detto "di scrivere una lettera".
Adesso, paradossalmente, uno strumento innaturale e privo di sentimento o spirito di qualsiasi genere come il computer, può diventare uno spazio di riflessione, che, se manca, è il segnale che qualcosa non va.Che strano, eppure per me è così, ma non lo posso spiegare, anche perchè non capireste mai fino in fondo.
Non sono solo gli impegni ad aver lasciato intatto questo blog.E' un periodo confuso, dove niente è più certo, non ci sono punti di riferimento, si traballa e si perde l'equilibrio facilmente.Con una similitudine come questa per rendere l'idea:sei solo in un bosco e vai dritto per la strada, poi ad un certo punto ti fermi e svolti bruscamente per raggiungere il sentiero di lato, quello meno praticato.Ora vai dritto per questa strada, fino a che essa non si congiunge, si mischia, si mescola nell'altra.
Adesso ti sei perso in un mare di contraddizioni.